“L’autunno potrà essere veramente caldo”.
Con queste parole, il leader socialista Francesco De Martino marchiò icasticamente il culmine di una stagione di lotte sociali e sindacali e che portò a un ampliamento dei diritti dei lavoratori e a una generale modernizzazione dei rapporti tra capitale e lavoro. Le grandi manifestazioni e gli scioperi del biennio 1969-1970 presero avvio dalle vertenze per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di categoria. Fu un periodo di cesura generazionale, di grande solidarietà ma di altrettante tensioni. Quella stagione fortunata di lotte si portò dietro anche la drammatica reazione eversiva che ebbe il suo simbolo nella bomba scoppiata il 12 dicembre in Piazza Fontana a Milano e che rischiò di vanificare gli sforzi per la democratizzazione della società italiana.
La riscossa avvenne nel maggio del 1970 quando quelle lotte e quelle speranze per cui in molti avevano manifestato trovarono concretezza nell’approvazione dello Statuto dei lavoratori. La Costituzione repubblicana era finalmente entrata
in fabbrica.